Storia swing intorno a Fernandez by Laura Magni

Storia swing intorno a Fernandez by Laura Magni

autore:Laura Magni [Magni, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Morellini
pubblicato: 2023-09-19T22:00:00+00:00


Gabriel Aguilar Rojas Gutierrez

1905-1910. Oviedo, Santiago de Compostela, La Coruña

Gabriel Rojas Gutierrez invece era fresco e in forze. Intraprendere da Oviedo il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela l’aveva caricato di energia. Figlio di un sensale di cavalli andalusi, gli importava poco o niente della finca dei suoi, del corral alle falde della Sierra Morena dove aveva ruzzolato tra le zampe dei cavalli prima ancora di imparare a camminare. Anzi era andato a nord proprio per mettere la maggior distanza possibile tra sé e il magnifico baio che sembrava saltato fuori da un ritratto di Goya e che suo padre ogni mattina gli faceva trovare sellato, pronto da montare. Sperava con questo di invogliare Gabriel a diventare un addestratore d’alta classe.

Invece Gabriel era finito a Oviedo. Terza tappa di un andarsene inquieto. Oviedo per lui era diventata provvisoriamente stabile grazie all’incontro con un asturiano che diceva fesserie sui cavalli. L’incontro era avvenuto in una rivendita di sidro, dove l’asturiano parlava a un paio di ragazze che non lo filavano di striscio. Gabriel si era trattenuto dall’intervenire per correggere un palese strafalcione, ma appena le due se n’erano andate aveva commentato a mezza voce che non si poteva parlare di sauri neri come la pece.

«Il sauro ha il mantello biondo scuro, a volte vira sul rosso. Ma nero mai.»

L’asturiano aveva alzato le spalle e si era messo a ridere: «E chi se ne frega… Tanto le chicas hanno preso il largo».

Caduto ogni interesse relativo all’argomento, l’asturiano aveva cambiato discorso dichiarando che di sidro ne capiva quanto di cavalli. Assaggiava, ma solo occasionalmente, quello di mele cotogne che preparavano in casa. Era uscito dalla rivendita insieme a Gabriel senza comperare niente.

Si chiamava Esteban Sainz. Carismatico, profilo e sguardo che si assomigliavano, viveva da qualche mese con tre compagni di università: un castigliano e due francesi. Cercavano un quinto – aveva detto – con cui dividere l’affitto di un appartamentino dalla pianta a ventaglio in Calle Nueve de Mayo. Aveva squadrato Gabriel: la cosa poteva interessargli? Como que no, aveva risposto Gabriel Rojas Gutierrez senza pensarci su, anche se lui studente non era.

Dal gruppo era stato accolto con indifferenza, non sembrava uno che avrebbe creato problemi come invece l’ultimo, un piantagrane che era stato sul punto di farli sbattere fuori tutti.

Ogni sera nell’appartamento dalla pianta a ventaglio i quattro studenti smozzicavano pane intinto in una fabada approssimativa, priva di quasi tutto tranne che di fagioli e di aglio. E dissertavano di teatro. Gabriel ascoltava masticando e basta.

I francesi, infervorati, illustravano agli altri uno spettacolo che faceva drizzare i capelli in testa ai parigini, dicevano. Una commedia grottesca scritta da un quindicenne bretone, protagonista un capitano dei Dragoni violento e traditore, di nome Ubu, interpretato da un fantoccio. Ma altro che una marionetta, si scaldavano, quello era il futuro del teatro. Altro che le opere e le zarzuelas del Campoamor. C’era bisogno di svecchiare la Spagna, gridavano, bisognava dare uno scossone a un teatro che ronfava come un orso rincoglionito da un’indigestione di ghiande.

Non si



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